Prendiamo la rotta giusta
Si avvicinano le elezioni politiche del 2006 e tutti i partiti sono in fermento per prepararsi all’abbuffata elettorale che precederà il voto.
Se l’aria del dissenso (Fiamma Tricolore-Forza Nuova-Mussolini ecc…)vorrà contare e tenere le proprie posizioni in mezzo a un mare di lusinghe ( 5 deputati là 3 senatori qua) che i soliti furbastri hanno con molta probabilità gia iniziato a promettere, per fedeltà alle nostre idee e rispetto degli elettori, dobbiamo fare in modo che la rotta da prendere sia una e chiara per tutti.
Perché non bisogna allearsi o fare accordi di desistenza sul piano nazionale con la CDL.
Al di là delle motivazioni di fondo che ci distinguono dai partiti della CDL, facendo il punto della situazione non possiamo fare i soccorritori di chi crede che governare la Nazione sia uguale che gestire un’azienda.
Tant’è che i risvolti negativi in tutti i settori non si sono fatti attendere.
In politica della sicurezza e della giustizia paghiamo l’aumento dei reati a tutti i livelli, la regolarizzazione di 700 mila immigrati causati dalla Bossi/Fini conferma l’incapacità di attaccare i fenomeni immigratori.
L’inefficace gestione delle forze di polizia crea uno spreco di risorse, mentre nuove istituzioni di forze di polizia regionale, provinciale e comunale - determinano sovrapposizioni di compiti e competenze, senza che vi sia un coordinamento razionale di tutte queste forze.
La riforma della giustizia che di fatto scompagina l’ordinamento dei giudici crea resistenze e scontento senza migliorare la macchina giudiziaria, in politica estera non si vedono risultati positivi, l’obiettivo del seggio al Consiglio di Sicurezza dell’ONU si allontana sempre più; paghiamo uno sforzo immane sul campo di “ Battaglia “: Iraq, Afganistan, Bosnia e Macedonia in termini di uomini, mezzi e risorse economiche. In diplomazia la poca chiarezza e l’indecisione (vogliamo stare con un piede in 2 scarpe ) non giova mai, bisogna scegliere con chi stare USA o EUROPA.
In economia paghiamo lo scotto dell’euro poiché le aziende esportano meno e i prezzi sul mercato interno sono raddoppiati, mentre interi settori industriali sono in crisi (tessile – calzaturiero – manifatturiero ) il potere d’acquisto dei salari dimezzato ( 1500 euro hanno meno potere d’acquisto del vecchio 1.500.000 di lire), i carburanti costano sempre più, i consumi sono calati drasticamente, le famiglie faticano ad arrivare alla 3^ settimana del mese e si indebitano sempre più in generale il costo della vita è raddoppiato senza che vi sia stato un adeguamento degli stipendi.
Pur di fronte a una situazione conclamata di crisi economica gravissima, il Governo a tutt’oggi non ha preso alcun provvedimento in controtendenza gli unici provvedimenti adottati, sporadici e comunque dovuti, sono gli aumenti al pubblico impiego e statali ( 100 euro lordi medie mensili ), d’interventi correttivi su larga scala al momento non vi sono tracce.
La riforma pensionistica scontenta tutti, dal 2008 per la pensione ci vorranno 40 anni di contributi, senza tenere conto dei lavori usuranti e dei lavoratori precoci.
Nella sanità le perdite e gli sprechi non si contano, la diagnostica in alcune strutture fa rabbrividire, per alcuni esami ci vogliano mesi di attesa nel migliore dei casi.
L’emergenza caldo viene affrontata con indecisione e sul caro farmaco non ci sono controlli.
La sanità insieme alla pubblica amministrazione fa acqua ovunque, i livelli amministrativi invece di diminuire aumentano: Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, parchi e autorità di controllo, sono diventati una pletora di consiglieri, burocrati e impiegati che pesano sul bilancio dello Stato.
La pubblica istruzione resta sempre in crisi, la riforma Moratti decentrando l’istruzione su base regionale aumenta la disomogeneità dell’insegnamento, innescando fenomeni disgreganti sin dalle prime fasi scolastiche.
In agricoltura è rimasto irrisolto il problema delle quote latte che si riflette negativamente sul settore lattiero - caseario, le produzioni cerealicole sono insufficienti al fabbisogno nazionale tranne il riso che deve subire la concorrenza di Cina, India, Vietnam ecc…, il settore carne da sempre in deficit per l’importazione, oggi in crisi per la forte contrazione dei consumi.
L’approvvigionamento energetico basato sul petrolio e sul gas senza che il governo abbia affrontato vie alternative come il nucleare, sottopone il tessuto produttivo e le famiglie a pagare un costo altissimo.
Sono questi ed altri i motivi per cui non dobbiamo fare alleanze sul piano nazionale con la C.D.L. poiché chi vorrà dare un voto di protesta, lo potrà fare solo se non vi saranno accordi sul piano elettorale/politico.
Un discorso diverso sono le elezioni comunali, qui l’impegno ad appoggiare una coalizione non potrà ingenerare tra gli elettori dubbi, poiché queste non si trasformano quasi mai in impegni politici, rimanendo su un piano amministrativo.
Solo se seguiremo una via chiara e comprensibile a tutti, senza accordi strampalati, potremmo presentarci agli elettori stanchi di pagare il fallimento di chi si e presentato in tv firmando un contratto di promesse ed ottenendo il risultato di una gravissima crisi economica, sociale, politica.
IL FINIDOGLIO
Allorquando insieme ad alcuni esponenti del MSI (Biglia,Pisanò, Rauti) decisi di non aderire ad AN, poiché ritenevo la battaglia ideale del MSI ancora valida, dove oggi i motivi di allora, si sono rivelati fondati: la totale e definitiva soppressione del simbolo del MSI in quello di AN, con la confluenza di quest'ultima nel PDL. La "classe dirigente" di allora chiamata in AN "colonnelli", si è finalmente scompaginata dopo l'uscita di Fini dal PDL. L'area politica che si era creata in contrapposizione ad AN composta da alcune formazioni iniziali, si è rivelata un autentico fallimento, ognuno tira l'acqua al proprio mulino. La Mussolini si è ritirata dalla scena dell'estrema destra, accasandosi definitivamente nel gran "casino" berlusconiano. La Santache, altra "protagonista" inconcludente, non sa dove stare; anzi, se gli si dice che è fascista si arrabbia, perciò ha preferito stare con "papi". Storace e Buontempo che in un primo momento sembravano voler prendere posizioni ideali, dopo la lite con Fini, cosa per loro difficile (visto che come "coglionelli" sono stati determinanti per la nascita di AN), hanno preso di nuovo in giro la nostra gente; poiché il vero motivo dell'uscita da AN non era ideale, ma solo bramosia per il potere e antipatia per Fini; così, quando quest'ultimo se ne andato dal PDL, loro sono ritornati ad allearsi. Forza Nuova di Fiore, non si sa bene a tutt'oggi che strada voglia prendere, se issare chiaramente la bandiera con l'aquila o diventare sempre più una succursale clericale. Fiamma Tricolore di Romagnoli, pensa di poter attrarre a se qualche sprovveduto, il ricordo di quella poltrona al Parlamento Europeo, e poi non si sa mai.... Insomma, in quasi 15 anni nessuno è riuscito a far ragionare questa gente in termini ideali; è mai possibile che non si riesca ad incontrarsi con spirito di cameratesca collegialità in un'unione per continuare la funzione storica del MSI, e si voglia invece perseguire separati, ciascuno per proprio conto, l'illusione individualistica di creare, per allargare il consenso elettorale, qualcosa di nuovo e di diverso dalla nostra tradizione ideologica? Così facendo, affileremo sempre più le baionette dei nostri nemici, e alla fine ci ridurremo come i Bonapartisti, facendoci macerare lentamente dal tempo e dalla storia. Con ciò a questo punto, è forse inutile pensare alla politica in termini elettorali; semmai, conviene concentrarsi su una forza politica legata al territorio, fuori dal palazzo e dai giochi delle poltrone; capace di organizzare la nostra gente come "soldati politici", e creare un contropotere sociale e popolare, in grado ad un certo punto, di travolgere per affermazione della spinta ideale, tutto l'apparato di una classe politica corrotta, incapace, pletorica, ottocentesca e dissipatrice del pubblico denaro, invisa a buona parte della popolazione. La soppressione del MSI, operata da Fini e dai suoi fidati ex "colonnelli", con l'ulteriore confluenza di AN nel PDL, ha generato la scomparsa di un valido strumento politico, quale era il MSI, che i fascisti repubblicani sopravvissuti agli indicibili massacri dopo il 25 aprile 1945, si erano dati per contrastare la definitiva affermazione dei progetti politici antinazionali della sinistra e dell'americanismo imperante: il né USA né URSS, scritto sui muri dell'Italia post-bellica, da innumerevoli generazioni di giovani sotto la Fiamma del MSI. Alle volte, sono stupefatto, da come tanta brava gente che un tempo ritenevo con la testa sulle spalle, possa aver portato il cervello all'ammasso per uno squallido progetto poltronistico; andando dietro le ambigue ambizioni di Fini per amministrare lo "Stato degli altri" con il nefasto timbro della finanza internazionale sulla capoccia; e non tentare, quantomeno, di amministrare il proprio progetto politico, per cambiare lo Stato. Insomma, parliamoci chiaro, a noi missini, che questa gente sia diventata ministro, assessore, sindaco e compagnia cantando, cos' ha cambiato? Forse le basi americane sono state chiuse? Il 25 aprile è stato cancellato dal calendario? La XII norma transitoria della costituzione è stata abrogata? O, il progetto politico del MSI, è stato realizzato? Si è voluto distruggere un'organizzazione compatta, una casa comune, dove in alterne vicende avevano trovato rifugio nel tempo: monarchici e dissenzienti da altre formazioni politiche sotto la direzione di esponenti che, in un modo o nell'altro, si richiamavano al fascismo. Del resto è sintomatico se proprio questo tratto significativo del MSI, è stato l'oggetto del "mercanteggiamento" tra Fini e Berlusconi, dato che è risaputo, se corrisponde al vero, la voce che vuole il "papi", il principale finanziatore della scissione di Democrazia Nazionale e l'istigatore dei salotti buoni della finanza, in cui "si lamentava del fatto che l'Italia era l'unica democrazia occidentale ad avere in parlamento gli eredi del fascismo". In effetti questa tesi non è del tutto peregrina, guardando ai risultati ottenuti da Fini e i suoi ex "colonnelli", per ottenere l'accesso alle poltrone di potere. Facendo una retrospettiva, molti ricorderanno a quale livello d'intensità viaggiava l'azione della "sinistra" per mettere fuori legge il MSI. Tenuto conto che in ogni caso, un risultato, tutta questa azione propagandistica e fisica dei -"compagni", lo ebbe, cioè: la messa al bando di due organizzazioni extraparlamentari, Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo. Dato che la richiesta di scioglimento contro il MSI, risultava molto più complessa, essendo dotato di rappresentanza parlamentare. Ora, se tutto ciò corrisponde al vero, è facile immaginare lo scenario dietro le quinte, in cui il "massone" blandiva l'accondiscendente fragile mente di Fini (che fascista non lo era mai stato, e quindi, col MSI voleva chiudere per darsi una nuova immagine) con proposte di soldi e poltrone, in cambio della soppressione graduale, ma indolore del Partito; vale a dire proprio il percorso politico propinato a quella massa di missini che tanto a lungo aveva sofferto, e ora, in un sol colpo, saliva le "sospirate" soglie delle poltrone, poltroncine e poltronette di potere. Senza "immaginare" che dietro tutto il disegno finiano, prima di AN e poi PDL, vi era un "accordo inconfessabile", tra il "papi" e il "berretto verde" in pectore Fini, che al posto del basco verde, aveva preferito la berretta della finanza internazionale. Poi evidentemente, qualcosa è andato storto, i "compari" di un tempo non si sono più ritrovati sulla stessa lunghezza d'onda, e il 2011 ha segnato pure la fine del PDL, con l'uscita o la cacciata, poco importa, di Fini e di una parte degli ex "colonnelli", dando origine a FLI. Purtroppo, questa gente, oltre che prenderci in giro politicamente, una volta che si è ben piazzata sullo scranno, ci ha regalato un bel piatto avvelenato di macelleria sociale, facendoci pagare in qualche modo la crisi economica. L'età pensionabile è stata innalzata, alle donne è stata portata a 65 anni; la pensione di anzianità, cioè 40 anni di contributi sono stati portati a 42, dal 2015 diventeranno 42+3 mesi, fino a diventare in totale 45 anni di anzianità, i benefici per i lavori usuranti e i lavoratori precoci, vale a dire chi ha iniziato a rompersi le ossa a 14 anni d'età, non sono riconosciuti. I contratti del pubblico impiego sono bloccati per 3 anni, fino al 2014. Sforbiciata agli incentivi della rottamazione auto e fonti energetiche alternative ( sole, vento, biomasse ecc.). Tagli alla scuola e università, alla cultura, alla sanità; per non parlare di tutti i settori, dall'industria all'artigianato, dall'agricoltura al turismo, che sono in forte crisi. Le famiglie non arrivano alla seconda settimana del mese. Mentre le banche che hanno provocato la crisi, hanno stretto il credito. Di contro sono in forte crescita i negozi di compro oro, dove la povera gente è costretta a vendersi persino i denti d'oro. Un litro di benzina costa euro 1,50 = lire 3000, come anche i tanti rincari a raffica in tutti i settori: luce, acqua, gas, trasporti, generi alimentari, canone RAI, tasse. II cosiddetto federalismo fiscale, toccasana di tutti i mali, rischia in realtà di provocare una seria frattura tra nord e sud, dividendo ancora di più la Nazione, invece che unirla, con l'aggravante di generare altra imposizione fiscale locale. La disoccupazione è in continuo aumento, come anche la cassa integrazione. Quello che rimane di Alitalia, viene pian piano assorbita da Air France-KLM; dopo che i politicanti di mestiere han fatto scappare gli olandesi di KLM, a seguito della fregatura che volevano rinfilargli con Malpensa; fatto questo, paradossale, perché proprio il mancato accordo con KLM ha portato al fallimento di Alitalia e al conseguente rafforzamento di Air France-KLM che ora fagocitano la ex compagnia di bandiera. La dismissione a prezzi stracciati della flotta pubblica di Tirrenia, costituisce un altro tassello di come i nostri politicanti imbroglioni siano solo in grado di distruggere e non costruire per il bene del popolo. Il caso FIAT, fiore all'occhiello dei nostri "governanti", dove sono riusciti a mettere solo in soggezione i lavoratori, ratificando di fatto il ricatto referendario di Marchionne, senza trovare un minimo di critica, approvando in realtà, la svendita della FIAT alla Chrysler; con buona pace dei lavoratori che per il momento continueranno a fare cassa integrazione, in attesa di quei ipotetici benefici economici che "arriveranno" forse nel 2013, con la realizzazione del SUV da esportare negli USA. Il seggio al Consiglio di Sicurezza dell'ONU tanto strombazzato dall'ex ministro degli esteri Fini, per giunta chiesto a rotazione per l'Europa e non solo per l'Italia, è sempre più un miraggio per la diplomazia italiana, un obiettivo irraggiungibile per chi è subalterno ai voleri del padrone a stelle e strisce. Senza dimenticare l'inganno fatto ai danni degli esuli istriani e dalmati, presi letteralmente in giro, per i quali non si è speso una sola parola in loro favore. Accettando supinamente l'adesione di Slovenia e Croazia all'UE, senza porre un minimo veto, per il ritorno degli esuli, per le proprietà, per la terra italiana, e per gli italiani tutti che vengono ingannati per l'ennesima volta proprio nel 150° dell'Unità d'Italia; facendo finta di niente su ben 4 provincie italianissime (Pola, Fiume, Zara, Ragusa) mancanti all'appello. Poi si mandano i nostri soldati a morire per Bagdad e Kabul, in guerre (ipocritamente chiamate missioni di pace) lontane migliaia di chilometri da Roma. Per quanto in politica estera rasentiamo sempre l'inconcludenza, inanellando solo brutte figure, come con la Libia di Gheddafi, con cui avevamo un Trattato di amicizia, subito sconfessato dopo i noti fatti della rivolta. Come mai Napolitano e Berlusconi, si sono subito atteggiati a Capi di Stato che scendevano dalle nuvole, quasi che non avessero mai incontrato il Colonnello, che nel frattempo è stato linciato e massacrato. Eppure, per quanto questo personaggio è stato da me sempre detestato, perché nel 1970 fece riesumare persino i nostri morti, forse, per realpolitik, si poteva sopportare, visto che l'ENI importa petrolio e gas, ed ora dopo il cataclisma del Giappone aggiungiamo crisi a crisi. Forse Fini e i suoi ex colonnelli non contenti di tutti i disastri fatti, ci vogliono vedere sul lastrico? No, non ho dimenticato il bugiardo, che nel golfo di Trieste lanciò in mare una bottiglia nella quale v'era un messaggio per il ritorno delle terre irredente alla Patria. No, non ho dimenticato quei proclami, in cui falsamente affermava che il MSI sarebbe stato il fascismo del 2000. No, non ho dimenticato l'opuscolo di Costas Plevris intitolato "l'Antidemocratico" che l'imbroglione regalava ai giovani del Fronte in visita alla sede nazionale del FdG. Tuttavia la rappresentazione del volto deludente del traditore, supera per ignominia Bruto e Cassio, per quanto detestabile fu il loro orrendo delitto; e per questo tutti lo assoceranno alla viltà del 25 luglio e i Badoglio di tutti i tempi. Voleva essere una guida, mentre si è rivelato per quello che è: un ridicolo e grottesco esempio di furbo, aiutato al momento giusto da Assunta di Calabria, che nel suo bislacco compiacimento, pensava di scegliere un degno erede di suo marito Giorgio, invece, ha partorito solo un Finidoglio. Relazione al Comitato Nazionale Movimento per la Continuità Ideale del MSI - Milano 18 Marzo 2011
Antonio Parisi
ELEZIONI POLITICHE 2013 IL GROTTESCO DELLA POLITICA
Non si può prescindere dal fare un discorso più ampio e serio di ciò che accade oggi nello scenario politico italiano, se non facciamo un'analisi vasta e profonda dell'Italia d'oggi e di quello che è stata in passato, passando per la vicenda del potere dei partiti della costituzione, inteso quale mezzo di dominio e asservimento ai vincitori del 2° conflitto mondiale. In prima istanza analizziamo gli accadimenti del governo Monti, da cui si può trarre un'utile argomentazione per commentare anche le vicende del passato. Tutti ormai sanno, perché ampiamente documentato, come l'attuale crisi economica internazionale, più lunga e devastante rispetto a quella del 1929, nasca ancora una volta negli USA dal fallimento di diverse banche che nel loro portafoglio avevano incamerato subprime, cioè vale a dire titoli azionari tossici, dopo lo scoppio della bolla immobiliare, verificatasi a causa di mutui venduti a persone che non erano in grado di pagare il proprio debito con la banca. Tale meccanismo, codificato successivamente dalla banche, pur di fare affari, si è trasformato in un mezzo di pura speculazione finanziaria fintanto che ha retto, cioè fino al 2007. Scoppiata la crisi, il governo USA è intervenuto con massicci aiuti pubblici alle banche per non farle fallire tutte. Dopo di che la crisi si è estesa al resto del mondo. Nel vecchio continente i paesi della zona euro sono risultati i più colpiti, poiché nell'impossibilità di governare i fenomeni speculativi sulla moneta, priva di una banca centrale in grado di stamparla, eccetto la Germania favorita dal fatto che negli anni precedenti la crisi aveva saputo fare delle riforme strutturali in campo economico, ma sopratutto perché ha un modesto debito pubblico. Questo l'ha messa al riparo dal meccanismo speculativo dello spread sui titoli di stato. Per questo quando è toccato all'Italia nel 2011, il sistema di difesa dell'economia, già in grave crisi, per un'economia asfittica in tutti i settori principali: auto, industria, commercio, cantieristica navale, agricoltura, artigianato, economia verde, ecc., non ha retto all'impatto della speculazione da un lato e, dalle vendite, dall'altro. Così nel giro di quattro mesi, da giugno a ottobre 2011, il ciclo dei governi berlusconiani è imploso su se stesso. Primo, perché si ostinava insensatamente a negare la crisi, quando questa era già evidente da molto tempo, tant'è che ad agosto 2011 sotto la pressione della lettera Draghi/Trichet il governo era intervenuto con una serie di misure, di cui quella sulle pensioni, che aboliva di fatto quelle di anzianità, era il più grave, introducendo la finestra di 12 mesi in più oltre i 40 anni di contributi, con cui anticipava la spirale dei provvedimenti recessivi di Monti, che di lì a poco si apprestava a subentrargli al governo. In secondo luogo, la credibilità del personaggio e della sua maggioranza politica era ai minimi storici. Sul piano internazionale veniva emarginato dal duo Merkel-Sarcozy, - vedi la crisi libica e la famosa risatina al vertice europeo di Bruxelles- per poi cedere il passo a Novembre 2011 a Monti con il governo dei professori appoggiato dal trio ABC. Costui, divenuto senatore a vita senza alcun merito, prima ancora di calcare la scena politica, si è destreggiato per oltre un anno con il proprio governo sull'onda dell'emergenza nazionale in una serie di misure ancor più recessive e incomprensibili, come ad esempio la riforma pensionistica detta Fornero, con cui ha praticamente creato tre problemi gravissimi. Comprimendo tutta la riforma in 5 giorni, razionalmente andava attuata in 15 anni, ha bloccato sostanzialmente l'uscita dei lavoratori che erano in procinto della pensione, 40 anni più la finestra di 12 mesi; spostando il tutto di 36 mesi, più il calcolo di 12 mesi di aspettativa di vita. Questo blocco in uscita, ha come conseguenza, provocato l'ulteriore aggravamento della disoccupazione giovanile, poiché i lavoratori che si accingevano a lasciare liberi i posti di lavoro per pensionamento, dal 1° gennaio 2012 sono stati costretti a rimanere in servizio per almeno altri 5 anni, 40 più 5. Per cui senza fine turno di ricambio e, anzi, la perdita di posti di lavoro, dovuta in parte alla crisi e in buona parte alla delocalizzazione delle imprese all'estero, accusa che ci viene fatta dalla Germania, ha fatto diventare la crisi occupazionale ancor più grave. A questo si deve aggiungere il caso dei cosiddetti esodati, cioè di quelle persone che avevano concordato con la proprie aziende di lasciare il lavoro perché vicino alla pensione; per cui si sono ritrovati in mezzo al guado, senza lavoro e pensione, a causa del prolungamento dell'età pensionabile della riforma Fornero. Tra l'altro, bisogna stigmatizzare come questa macelleria sociale sia stata fatta con il beneplacito delle forze sindacali, che invece di opporsi, si sono limitate a fare una sterile sceneggiata di baci e abbracci davanti ai palazzi del potere a Roma. Così è finito il 2011, amaro 150° dell'Unità d'Italia. Per questo non l'ho festeggiato, tant'è che avevo deciso di non esporre alcun tricolore. Del resto, questo anniversario è la festa dello stato italiano, non della Nazione Italia. Poiché lo stato italiano si ferma laddove arrivano i confini politici e giuridici, escludendo l'insieme delle genti legate da comunanza di tradizioni storiche, di lingua , di costumi; vale a dire quelle genti italiane: Corsi, Nizzardi, Savoia,Ticinesi, Maltesi, Istriano Dalmati in buona parte quest'ultimi costretti a fuggire dalle loro case per non essere uccise dai titini nel 1945. Con ciò noi irredentisti affermiamo che pur se oggi, tutto viene annacquato nel paradosso di un'Europa sentita solo dai burocrati di Bruxelles, la spinta ideale della Nazione è viva e durerà ancora a lungo. Risulta tra l'altro quantomeno singolare che la Repubblica festeggi il 17 Marzo 1861, data di proclamazione di V.E. II° a Re d'Italia, la propria unità; Perché mai allora, i soliti antinazionalisti, internazionalisti, antifascisti, ora divenuti supernazionalisti, cosa questa alquanto strana, non abbiano attinto al loro repertorio resistenziale, tipo: la data della costituzione della repubblica dell'Ossola 9-9-1944, o lo sbarco degli alleati con la mafia in Sicilia del 9-7-1943? Se fosse stato solo il ricordo di Re V.E. II°, l'avrei festeggiato volentieri, però così non è, per tutte le schifezze politiche perpetrate contro gli italiani dai partiti. Perché festeggiare Garibaldi quando la sua città natia Nizza è stata regalata alla Francia, quando se mai, a compensazione dell'aiuto dei francesi, si poteva quantificare un compenso in denaro? E che dire della Savoia, terra d'origine dei Re d'Italia? La Corsica è stata venduta ai francesi dai genovesi, perché non fruttava più palanche. I territori Ticinesi appartengono alla Svizzera, perché nel 1512 Massimiliano Sforza gli regalò alla Confederazione elvetica in cambio del riconoscimento del ducato di Milano. Insomma, tutta una serie di grottesche vicende, che hanno fatto apparire questi festeggiamenti l'ennesimo esempio di anniversario incomprensibile. Caso mai le storie del Risorgimento non si possono sintetizzare con i moti del 1848; questi furono la conseguenza di una coscienza che ormai non poteva più essere assopita dagli eserciti invasori che da 1700 anni tenevano in scacco le genti italiche. Allorché queste si erano già destate, a partire dalla consegna del primo Tricolore dato da Napoleone all'Armata Italiana nel 1796, che con spirito di sacrificio, sprezzo del pericolo e senso del dovere si coprirà di gloria in tutte le Campagne napoleoniche. Così lo stesso Napoleone affermerà in uno dei suoi famosi proclami che “ il miglior soldato al mondo è l'italiano”. Quando la Patria muore, l'8 Settembre 1943, saranno i soldati della Repubblica Sociale Italiana a riscattare l'Onore di un' italietta che si illudeva di sedersi al tavolo dei vincitori, e che non accettava la sconfitta. Così il Generale Eisenhower confermava in un suo scritto che “...... la resa dell'Italia fu uno sporco affare. Tutte le Nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia è la sola ad avere perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei soldati RSI”. Perché mai, i nostri politicanti di mestiere e il ciarpame intellettualoide si crogiolano con resistenze e badogliate varie? La verità e che non hanno mai avuto argomenti validi, recitano da sempre la parte dei lustra scarpe, di un potere oligarchico a stelle e strisce venuto da lontano ad infrangere la realtà di una Patria che dopo Roma Antica, aveva saputo essere grande, forte e temuta nel mondo, insieme al seme da cui era nata la possente quercia; appeso a testa in giù, ciò che era stato bello, nobile e orgoglioso di essere l'ultimo dei Romani; avete costruito la fogna parlamentare, in cui l'Italia lentamente annaspa e si dibatte nel fetido liquido organico della partitocrazia. Ne è una prova il risultato delle elezioni politiche del 2013, con cui la democrazia parlamentare trasformatasi in partitocrazia, debole e incapace di correggere i propri errori, ha partorito l'ennesimo prodotto inconcludente: la rielezione di Napolitano, il governo Letta e i pentastellati di Grillo, balzati dopo le elezioni comunali di Parma e quelle siciliane al 25% di voti. Così archiviato il flop di FLI e del suo capetto 0,4% di voti, che per arrivare a tanto è stato solo capace di distruggere il MSI che per 60 anni aveva saputo resistere all'attacco dell'antifascismo internazionale; l'area del dissenso che poteva e potrebbe intercettare la protesta pentastellata, continua a dividersi incomprensibilmente. Dal 1995, cioè dalla scissione di Fiuggi, auspico l'unione delle forze di estrema destra in un contenitore unico, la casa comune dei camerati, che da troppo tempo non si parlano; divisi e disorientati, si illudono di trovare una risposta alla crisi della Patria da soli. La via elettoralistica in questo scenario è chiara, non premia. L'italiano, stanco e arrabbiato di pagare la crisi della finanza speculativa e dell'economia che non riparte, quando apre la scheda elettorale e trova più simboli di una stessa area politica divisi, vota per ciò che pur pompato ad arte da giornali e tv, percepisce a torto per antipartitocrazia. Tuttavia ritengo la strada scelta da Continuità Ideale, il Movimento dei soldati politici, quella più vicino ai nostri ideali. Noi non aspiriamo al potere della Nazione, per fare del cittadino solo un produttore-consumatore, l'insaziabile automa di centri commerciali. La nostra visione del mondo ci porta a sognare una Nazione composta da cittadini che scattano sull'attenti davanti al Tricolore, che orgogliosi intonano i canti della Patria, che da soldati politici sono pronti a scagliarsi nella mischia. 11 Maggio 2013
Il Referente Nazionale
Antonio Parisi
IL MOVIMENTO DEI SOLDATI POLITICI
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